Descripción
PRESENTAZIONE
La scelta del tema di questa mia tesi non è stata facile. Ansiosa come sono, non sapevo decidermi. Durante una lezione di Psicologia della Musica un brano di Sloboda, attentamente sottolineato dal mio professore, mi ha illuminato. Ho avuto un insight. Mi son detto che l’oggetto del mio lavoro poteva essere una riflessione sulla mia esperienza personale di alunna della scuola di violino, prima, e di insegnante di violino, dopo. La riflessione mi ha portato a chiedermi come di fatto io insegno il violino agli alunni, in base a quale esperienza personale mi trovo ad insegnarlo in questo modo ed a chiedermi, ancora, se sia ‘corretto’ questo modo d’insegnare. In questa riflessione mi sono confrontato con altre modalità d’insegnamento, ho riportato bene in memoria la mia esperienza (un po’ sofferta) di alunna di violino, ho cercato di leggere quanto ho potuto nella giustificata ansia di capire meglio me stessa e di individuare quali fossero gli atteggiamenti proposti da psicologi e psicologi della musica agli insegnanti al fine di ottenere un ottimale rapporto tra docente e alunno. Il percorso della mia riflessione si riflette sulla successione dei capitoli di questa tesi. In breve, io mi son chiesto come insegno; successivamente ho cercato di scoprire nella mia storia personale quanto potesse aver determinato in qualche modo il mio atteggiamento di insegnante; infine ho confrontato la mia esperienza con quanto ho potuto raccogliere tra le ricerche effettuate da musicologi o psicologi della musica, riportando ancora le riflessioni di uno psicologo-psicoterapeuta americano che ha segnato la Psicologia americana del ‘900: Carl. Ransom Rogers. La mia giovane età mi fornisce una buona dose di entusiasmo, ma allo stesso tempo resto cosciente che non posso ergermi a maestra di niente e di nessuno. So di vivere personalmente una bella esperienza, so di essermi aperta a un campo del sapere che finora non avrei mai immaginato di percorrere, so, infine, che nella nostra vita (almeno nella mia) è sempre presente un pizzico di serendipità, nel senso che ci capita di trovare strade nuove, senza di averle cercate.
Riconosco i limiti di questa mia riflessione, con particolare riferimento alla bibliografia; non mi sorprenderebbe, poi, la presenza di altri limiti di cui, al momento, non ho cognizione.
Un grazie di cuore al prof. Giovanni Vitale che mi ha seguito in questo percorso con grande affetto.
Salerno, Settembre 2005
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